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Ralph Lauren si ispira al mondo equestre sin dalla sua adolescenza

Tempo di lettura: 4 minuti

Uno dei grandi brand che affonda le sue radici nel mondo dei cavalli è la maison americana Ralph Lauren

Di seguito raccontiamo di una lunga storia d’amore quella tra Ralph Lauren e il mondo dell’equitazione. Il giocatore di polo in sella al suo cavallo cucito sul torace dell’iconica polo, poi divenuto logo del brand stesso, è la ceralacca che suggella la corrispondenza tra lo stilista statunitense e i cavalli.

 

L’adolescenza di Ralph Lauren è western, i suoi idoli? I cowboy

Che il mondo dell’equitazione sia una delle influenze più significative del mondo di Ralph Lauren non è certamente una novità. Ma prima del brand, prima del cavallino cucito sulla polo, è necessario tornare indietro, scoprire le passioni adolescenziali dell’ideatore, nonché stilista, del brand omonimo: Ralph Lauren.

Da ragazzino, trascorreva il suo tempo libero nelle piccole sale cinematografiche nei dintorni di casa sua. Amava identificarsi nei personaggi, i grandi eroi del Bronx, così lontani dalla sua quotidianità eppure così simili al suo modo di pensare il mondo. Adorava il genere western, e la sua attenzione non era solo per John Wayne. I suoi personaggi preferiti erano i cowboy, lui voleva essere l’uomo a cavallo, un horseman.

Quell’idea di bellezza, di libertà e forza allo stesso tempo, è stata più volte rivisitata da Ralph Lauren. In tutte le collezioni del marchio americano c’è un richiamo a quei film western tanto amati, a quei cavalli che corrono nel vecchio West, a quelle selle cuoio con il corno dove legare il lazzo, quelle staffe grosse e infine, a loro, i cowboy.

L’impegno nella società, l’attenzione per i giovani e il Polo come metodo d’educazione

La Maison Ralph Lauren con il suo affermarsi nel panorama mondiale della moda, ha spesso sostenuto iniziative di beneficenza. Una in primo piano è sicuramente Work to Ride, un programma di educazione sportiva di Philadelphia. Non è una realtà poi così nuova, è da circa 25 anni che le scuderie dello storico Fairmount Park di Philadelphia sono aperte ai giovani con varie difficoltà, in primis economiche.

Imparare a cavalcare e giocare a Polo fanno da cornice all’insegnamento più importante che il programma ha come obiettivo: il valore della responsabilità. Per far parte del programma è necessaria volontà e passione, per rimanerci, invece, la società chiede responsabilità nei confronti degli amici cavalli e degli spazi messi a disposizione e un ottimo rendimento scolastico. 

Dietro Work to Ride c’è una donna, Lezlie Hiner che nel 1994 ha deciso di lasciare il suo lavoro aziendale per dedicarsi completamente alla società. La Hiner non ha mai considerato il Polo il punto d’arrivo, bensì un veicolo che possa portare gli adolescenti e le ragazze e i ragazzi della città di Philadelphia ad ottenere maggiori opportunità e prospettive.

Il Polo è donna e a dimostrarlo è Shariah Harris, atleta del programma Work to Ride

Circa 15 anni fa la mamma di Shariah Harris prese una svolta sbagliata con la sua macchina e per puro caso si ritrovò nella scuderia di cavalli del programma Work to Ride di West Philadelphia. Nessuno avrebbe potuto prevedere che la giovane sarebbe diventata una delle amazzoni più innovative nella storia di questo sport. 

Shariah si è subito appassionata ai cavalli, il suo essere così impavida le ha concesso di destreggiarsi al meglio in uno sport, fino ad allora, considerato per soli uomini.

Non è stata una sorpresa quindi che, dopo che la proprietaria della squadra Postage Stamp Farm, Annabelle Garrett, abbia subito un infortunio alla schiena prima del prestigioso torneo Silver Cup al Greenwich Polo Club nel 2017, abbia scelto Harris per prendere il suo posto nella squadra, rendendo Harris la prima africana in assoluto.

Racconta Harris, che aveva conosciuto Garrett in un torneo in Argentina, ma era rimasta comunque molto sorpresa quando arrivò la chiamata. “È stato un grande momento per me giocare con e contro i professionisti che ho ammirato appena entrata in questo sport”.

“Ho visto l’impatto che stavo avendo su altre donne di colore, che sono state ispirate da quello che stavo facendo. Persone che non avevo mai incontrato prima sono venute alla mia partita per vedermi giocare nella Coppa d’Argento. Volevano presentarmi le loro figlie. Mi ha fatto capire che stavo facendo qualcosa di più che semplicemente giocare”.

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Martina Vitale

Laureata in Filologia Moderna presso l’Università di Pavia, ho l’occasione di lavorare nello showroom milanese di “Re” Giorgio Armani e di respirare quella moda che fa davvero sognare ogni donna. In seguito mi trasferisco a Berlino, dove lavoro in un’agenzia di comunicazione, e infine in Puglia per insegnare lettere e per inseguire una grande passione: l’equitazione.

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Ines Pesce

Esperta di Marketing e Comunicazione, conseguo la Laurea in Giurisprudenza e l’abilitazione alla professione forense che abbandono per diventare consulente di marketing territoriale per diverse aziende ed Enti locali. Mi appassiono all’equitazione dopo essere stata folgorata da una sfilata di moda ispirata allo stile equestre e da allora il mio obiettivo è montare a cavallo ogni giorno.

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